martedì, aprile 06, 2010

iPad, uCant

(fonte immagine: http://www.theapplelounge.com )


E' uscito da qualche giorno il nuovo fiore all'occhiello della Apple: iPad. Dopo l'attesissima presentazione (sembrano passati mesi e mesi, ma sono appena 6 settimane fa) l'oggetto è arrivato sugli scaffali statunitensi. Con il suo carico di aspettative e promesse più o meno mantenute. I giornali si sono subito fiondati a sottolineare come abbia venduto più dell'iphone 2G (paragone infelice: all'epoca non c'erano centinaia di migliaia di applicazioni scaricabi), e ovviamente fanno capolino gli intrepidi che non hanno di meglio da fare che torturare il neo-acquisto.
Quello che però non trovo è cosa sia realmente l'iPad: un grosso giocattolo.
Non nel senso dispregiativo ma nell'ottica dell'uso che se ne può fare. Per chi come chi scrive sogna un dispositivo da usare in maniera diretta, per disegnare con le dita portandoselo a spasso per il cantiere, una macchina che ti permetta di disegnare o scrivere vedendo anche le proprie mani la strada sembra tracciata ma ancora tutta da percorrere. Un architetto, un designer o un ingegnere difficilmente troveranno la loro Mecca in un simile oggetto. Il primo limite è nel sistema operativo, non tanto il sospirato multitasking (gli iPhone sono multitask non scherziamo, chi pensa che abbiano un unico processo? Non consentono 'solo' di sfruttarlo ma lo utilizzano già -vedi il poter ascoltare la musica facendo altro) ma quanto nell'obbligo di dover usare iTunes. Per lavorare, caricare i disegni bisognarebbe passare dal quel pachiderma? Bocciato.
E sempre in tema: come si può pensare di usare un archivio condiviso in ufficio, se non ho neanche la possibilità di collegare un semplice chiavetta USB?
Forse il fatto che sia un giocattolone ha il suo motivo: la Apple vuole tastare il terreno: rivolgersi a una clientela user non obbliga a standards troppo elevati in termini di complessità delle applicazioni e permette di valutare la risposta degli utenti a tecnologie totalmente touch. In vista di un di un MacPad Pro, magari equipaggiato con OSX e non un sistema operativo per cellulari. Ho letto in rete che "Steve Jobs crea mercati: itunes e i lettori mp3 portatili per la musica, l'appstore per gli smartphone e le applicazioni per cellulari ". Tutto vero, ma qui si gioca un partita molto più ampia: la rivoluzione delle interfaccie degli strumenti di personal computing del futuro. Questo in un quadro di estrema incertezza economica, e una generalizzata crisi dei media tradizionali. Forse perfino alla Apple hanno deciso di andarci coi piedi di piombo.

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